ha esordito dicendo: “Quella di oggi è una assiste straordinaria, basata sul valore della cooperazione – ha detto – e nel Mezzogiorno occorre fermare questo valore nella progettazione e nei rapporti, perché solo insieme si vince. Matera è una città particolare, perché è comunitaria, costruita dal popolo attraverso i suoi capomastri. La nostra città ha compiuto un miracolo rimuovendo la condizione di disagio per trasformare, attraverso i suoi valori identitario, la vergogna in orgoglio di appartenenza. La comunità materana, scoprendo la storia perenne della città, se ne è impossessata, trasformando questo valore in identità. Questo metodo sociale ha trasformato la frustrazione di Matera nel suo successo che ha vissuto fino alla designazione di Capitale europea della Cultura per il 2019. Un percorso che io sintetizzo con una frase: a Matera la questione culturale, intesa come conoscenza del valore storico, si è tradotta in questione politica. Il nostro ruolo, oggi – ha aggiunto – può essere illustrando partendo al Sud. In questi giorni incontro spesso le comunità meridionali e noto una esigenza di recupero della dignità territoriale che è andata perduta, una autorevolezza che è andata perduta. Questa operazione avviene attraverso Matera che rappresenta il Sud e, come qualcuno ha detto, con la nostra città il Sud ha parlato al resto d’Italia e all’Europa. In questo percorso bisogna recuperare i valori fondamentali che tutti hanno addosso e che vedono marginalizzata attraverso stereotipi esterni. Recuperiamo, perciò, la forza del territorio senza diventare decalcomanie, né essere imitatori. Il nostro ruolo europeo, d’altronde, serve a costruire insieme un Mezzogiorno che ha spento le luci del fatalismo e recupera la militanza e il protagonismo”.