All’incontro erano presenti il sindaco Raffaello de Ruggieri, il Presidente del consiglio comunale ASngelo Tortorelli, Il direttore di Federculture Claudio Bocci, l’Amministratore delegato di Facilitylive Giampiero Lotito, la Dirigente dell’Ufficio Sistemi culturali e Turistici e della Cooperazione internazione della Regione Basilicata Patrizia Minardi, il Responsabile Cultura dell’Anci Vincenzo Santoro e il Manager amministrativo della Fondazione Matera-Basilicata 2019 Giuseppe Romaniello.
Nel suo intervento il sindaco Raffaello de Ruggieri si è soffermato su alcuni aspetti: “Come si coniuga il lavoro del Comune con le indicazioni e i suggerimenti del Rapporto di Federculture? I punti nodali si muovono attraverso concetti basilari, a cominciare dal fatto che la cultura non è solo memoria, non solo patrimonio culturale. E’ energia e risorsa, propellente sociale. C’è poi un altro elemento: la storia di un territorio e di un luogo, come a Matera, non è solo memoria da conservare e custodire ma deve diventare valore territoriale da esaltare. La cultura non è consumo, ma produzione e scambio. Il 2019, perciò, non rappresenta un traguardo ma una opportunità che ha dato a questa città un brand, un appeal che prima non aveva. L’obiettivo è stabilizzare produzioni, ruoli culturali ed economia.
Matera – ha aggiunto - è una città da corto circuiti creativi e per questo è necessario creare qualità urbana e sociale, oltre a quella economica capace di sorreggere questo livello. La cultura, in tutto ciò, è il fattore centrale; qui la questione culturale è diventata questione politica, la consapevolezza di vivere in un territorio di qualità storicamente straordinaria, ha fatto sì che i cittadini si riconoscessero nella responsabilizzazione di costruzione del futuro della città e per questo dobbiamo realizzare investimenti che al di là del palcoscenico del 2019, stabilizzino la situazione, produrre cultura comunitaria, territoriale.
Quella di oggi non è una inaugurazione – ha poi aggiunto parlando del teatro Quaroni, aperto provvisoriamente per ospitare la presentazione dei Federculture - Stasera abbiamo messo sotto gli occhi della comunità materana il teatro Quaroni, che stiamo riqualificando. E’ una sfida, una provocazione e questo sarà il luogo delle produzioni culturali euro mediterranee. Qui speriamo di creare le Officine della Cultura. Luoghi come il teatro Quaroni, devono diventare luoghi di insegnamento: teatro , musica, immagini e danza. Non è più pensabile, infatti, che non si possa offrire all’Europa qualcosa di nostro, un messaggio della cultura meridionale. Non possiamo più essere imitatori, decalcomanie, dobbiamo trovare forza nella nostra storia”.
In apertura dell’incontro, Angelo Tortorelli aveva sottolineato alcuni aspetti: “Si tratta di una occasione di grande interesse per Matera: comprendere le dinamiche di settore, costituisce un presupposto per progettare bene il futuro. Seguire gli orientamenti può contribuire al percorso di sviluppo della città, pur senza vendere la propria identità e rinunciare alle proprie peculiarità. Il tema del consumo culturale diventa, così, momento di sviluppo del territorio. Le parole d’ordine diventano quindi, valorizzare, integrare, promuovere”.
Illustrando gli elementi principali del Rapporto, il direttore Claudio Bocci che si era soffermato, tra l’altro sui dati relativi alla fruizione culturale in Basilicata che ha registrato un balzo in avanti: la percentuale dei lucani che hanno frequentato una volta all’anno un presidio culturale è infatti aumentata secondo le singole voci: teatro (+1,8%), musei e mostre (+7,9%), siti archeologici e monumenti (+16,4%), cinema (+21%), concerti pop (+34,2%) e lettori di libri (+5,1%).
Un gap significativo, invece, va registrato in tema di astensione culturale al sud, che Bocci ha descritto come vera e propria battaglia da vincere. Sul totale nazionale pari al 18,6%, la sola Basilicata registra il 27,2% di cittadini che non fruiscono di alcun intrattenimento culturale.
Sugli investimenti delle Fondazioni bancarie, nel 2015 si sono registrate al sud risorse pari a 18,7 milioni. In quanto allo strumento dell’Art bonus, la Basilicata insieme al Molise e alla Valle d’Aosta non ha ricevuto alcuna donazione, mentre al nord va l’83% delle risorse. “La partecipazione dei cittadini e delle comunità alla vita culturale - ha spiegato Bocci – è la chiave per accrescere in Europa la consapevolezza del valore del patrimonio culturale e il suo contributo al benessere e alla qualità della vita”. Significativi, inoltre, i dati relativi al turismo culturale che registra un +7% di arrivi e + 5% di presenze con dati che a Matera (dati relativi a novembre 2016 con confronto rispetto allo stesso periodo del 2015) registrano 119mila arrivi (+143%) e 631 mila presenze (+80%) con una spesa aumentata del 33%. Non si può trascurare inoltre il fatto che il turismo culturale sia il segmento turistico più ricco con una spesa giornaliera media per turista di 131 euro (rispetto al turista balneare che, invece, spende 89 euro al giorno). In chiusura del suo intervento, il direttore Bocci ha infine annunciato la Conferenza Nazionale dell’impresa culturale, in programma a L’Aquila nei prossimi mesi.
Nel suo intervento Gianpiero Lotito, amministratore delegato della piattaforma digitale Facilitylive aveva sottolineato: “Il futuro che ci attende, porterà molti cambiamenti. In Italia, però, è importante che gli amministratori pubblici comincino ad avere domestichezza con la tecnologia. Lo sviluppo non si fa più come si faceva prima; quando c’era una bellezza da valorizzare 100 anni fa, bastava farci arrivare persone, creare insomma infrastrutture fisiche come aeroporti, ponti, strade, autostrade. Oggi il destino di un territorio passa attraverso altri elementi, le piattaforme digitali, ma le più potenti però non sono in Europa. La nostra, è considerata una di quelle abilitate per il futuro e noto che molti progetti - ha aggiunto - riguardano turismo e cultura, ovvero settori nevralgici che in questo momento offrono opportunità economiche. ”.
Patrizia Minardi, Dirigente dell’Ufficio Sistemi Culturali e Turistici e della Cooperazione internazionale della Regione aveva descritto le linee principali dell’attività che riguardano proprio imprese e cultura, attraverso tre parole chiave: investimenti, valore e occupazione innanzitutto attraverso gli strumenti legislativi: la legge 37/2014 sulla valorizzazione e promozione dello spettacolo, la legge 27/2015 sul patrimonio materiale e immateriale della Regione Basilicata e il Piano turistico regionale, su cui si sta lavorando. Tra gli aspetti evidenziati, Patrizia Minardi ha ricordato innanzitutto i presìdi culturali come biblioteche, musei e archivi su cui bisogna puntare attraverso azioni di rivitalizzazione, rigenerazione, riuso degli spazi vuoti attraverso arte, cultura e creatività.
In questo senso si è soffrmata sulla creazione della Piattaforma del patrimonio materiale e immateriale della Basilicata, sul Piano cultura 2016 e Fsc, sul bando per la digitalizzazione di 11 sale cinematografiche comunali da adibire a spazi per lo spettacolo, infine alla legge 220/2016 sulle sale storiche e multisala naturali in collaborazione con Fice, Anec e Agis. In quanto alle filiere culturali e creative, ha fornito alcuni dati: il bando per gli aiuti al cinema ha finanziato 10 cortometraggi, 6 lungometraggi, e 4 documentari, ci sono 554 lavoratori locali (330 professionisti tra artisti, tecnici, maestranze e 214 comparse), 300 giorni di rprese sul territorio. A fronte di un contributo regionale di 653 mila euro c’è una spesa sul territorio di 1.848 mila euro. L’impatto sul’economia del territorio è pari a 4,5 milioni di euro. Evidenti le ricadute sotot il profilo occupazionale che nel 2015 ha prodotto 1267 occupati, saliti a 4168 nel 2016 con la creazione di un circuito musicale regionale con 21 occupati. In quanto al sostegno al circuito teatrale lucano e di 5 reti teatrali, ha creato 129 occupati. In quanto, alle filiera culturale si è registrata la formazione di 25 operatori museali multimediali, con il progetto “Sassi d’oro” si è creata competenza tecnico specialistica sul doppiaggio cinematografico. Il progetto Residenza artistica con Mogol ha formato 120 persone come compositori, interpreti e arrangiatori mentre il progetto “Cinemadare” ha costruito competenze e scambi con circa 300 filmaker internazionali.
I beni culturali e il patrimonio possono contare sull’apporto delle nuove tecnologie con progetti come quello della mappa multimediale e di una app per i visitatori, sul patrimonio culturale immateriale diffuso. Ci sono, inoltre, i progetti “Matera immersiva”, “Cineturismo” e “Matera-mare”. La sfida, come ha aggiunto Patrizia Minardi passa attraverso progetti triennali che caratterizzano l’impresa creativa e garantiscono scambi, e relazioni interistituzionali.
E’ seguito l’intervento di Vincenzo Santoro, Responsabile Anci per la Cultura: “Il buio dei Sassi si è trasformato in luce – ha commentato in apertura del suo intervento, aggiungendo – Dai dati presentati, emerge che le produzioni culturali stanno riprendendo così come il turismo culturale, pur con forti differenze fra nord e sud. Il tema che riguarda il ruolo della pubblica amministrazione, vanno sottolineati i lacci burocratici, a cominciare dal blocco del turnover: ogni 5 persone che vanno in pensione, infatti, si può fare un concorso. Va tenuto in considerazione poi, il blocco della contrattazione insieme all’aumento dell’età pensionabile. Tutte le strategie di modernizzazione e di inserimento di altro personale, sono state bloccate per un periodo medio lungo, mentre dall’altra parte si vuole l’amministrazione smart. Bisogna, perciò, mettersi d’accordo e comprendere che se non si lascia un po’ di libertà, introducendo nuove energie, non si andrà da nessuna parte”.
In conclusione è interventuo Giuseppe Romaniello, Manager amministrativo della Fondazione Matera-Basilicata 2019 che aveva aggiunto: “La criticità sta nella difficoltà del settore pubblico nel mettere in modo procedure che siano veloci, legittime ed efficaci in modo da condurre un impatto positivo in termini di investimenti. Dobbiamo riflettere su come la cultura può cambiare le sorti di un territorio. Il tema della sostenibilità è quello che più mi ha appassionato: l’idea che l’investimento in cultura contribuisca in modo essenziale alla visione sostenibile dell’Europa, dell’Italia e dei territori. Leggendo il Rapporto ho ricordato una definizione di cultura: è capace non solo di creare economia e coesione sociale, ma anche di offrire senso di benessere e felicità che i governi cominciano a porre tra gli obiettivi da raggiungere”.