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Lunedì, 25 Aprile 2016 11:27

Matera ha celebrato il 25 aprile

“L’Europa di oggi si deve all’eroismo di tutti coloro che morirono per la libertà”.

Così il sindaco nel suo discorso in occasione del 71mo anniversario della Liberazione pronunciando alcune frasi di alcuni martiri: “Io muoio perché gli altri vivano, dissero. Ma l’Europa dopo il momento di riscatto ha recuperato il valore dell’unità e della solidarietà, della compartecipazione dei popoli? Oppure al potere militare si è sovrapposto quello economico? Oggi ricordiamo i nostri morti, la liberazione, ma anche per impegnarci a costruire il domani e a liberarci dall’attuale asfissia di futuro. Ecco il monito che nasce da una città come Matera – ha concluso – la prima a ribellarsi e a ottenere la Medaglia d’argento. Viva Matera, viva l’Italia, viva l’Europa”.

La cerimonia, svolta in forma ridotta, a causa del maltempo che si è abbattuto sulla città, era stata aperta con l’omaggio del sindaco, del presidente della Provincia Francesco De Giacomo e del Prefetto Antonella Bellomo, al Monumento ai Caduti in piazza Vittorio Veneto.

Ad aprire gli interventi era stata Arianna Antezza, presidente della Consulta provinciale degli Studenti che, nel suo intervento aveva sottolineato: “Chi morì, fu spinto dalla forza innteriore, intrinseca ad ogni uomo: il desiderio di libertà. Oggi festeggiamo il riscatto, l’emancipazione degli italiani, la democrazia e la legalità”.

Nell’intervento di Franco Lisanti, orfano di guerra è stato ricordato: “Forse si parla troppo poco dei valori espressi il 25 aprile. E’ più facile a volte cantare inni che osservarne i precetti. La storia di ogni Paese insegna che è facile seppellire gli ideali, invece bisogna credere nei valori della resistenza, mettendoli a fuoco. Essa fu collaborazione fra partiti diversi, unioni di credenti e atei, accantonamento di dissensi, tensione verso le mete comuni”.

In apertura della giornata il sindaco si era recato al Cippo di via Cappuccini dove aveva deposto una corona insieme al presidente della Provincia Francesco De Giacomo. Le autorità civili e religiose si erano poi recate nella chiesa di S. Francesco dove il vescovo, mons. Pino Caiazzo, aveva celebrato la Messa sottolineando, durante l’omelia, il valore del sacrificio umano che condusse alla libertà e ricordato le forti emozioni durante il viaggio svolto qualche anno fa ad Auschwitz e Birchenau.

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