Nella sua denuncia al Magistrato Raffaele Cantone, Presidente dell’ANAC, e al Procuratore della Repubblica del Tribunale di Matera, Dott. Pietro Argentino, afferma una presunta responsabilità del Comune di Matera nella predisposta procedura per l’appalto dei lavori di ristrutturazione edilizia e di adeguamento tecnologico della Stazione Centrale di Matera delle FAL. Al di là della correttezza della procedura, sembra che il cittadino Tito Di Maggio viva ancora la gioiosa e sterile atmosfera del suo lungo soggiorno romano, goduto a spese della comunità nazionale, smarrendo la storicità di azioni e di comportamenti assunti nel territorio materano.
Altrimenti, non si spiegherebbe la sua disinvolta e ardita denuncia nei confronti del Sindaco di Matera per una attività edilizia alla quale il Comune è del tutto estraneo.
Ancora una volta il Di Maggio, accecato da un furore inquisitorio, esprime valutazioni calunniose e diffamatorie nei confronti del Sindaco di Matera che meritano, queste sì, l’esercizio di una fondata ed insuperabile azione penale.
Il dato che più inquieta è il tentativo di gettare fango sull’Amministrazione Comunale utilizzando sabbia del deserto.