“La sua musica i suoi laboratori – ha detto il presidente del Consiglio comunale Angelo Tortorelli nella introduzione ai lavori del consiglio - il suo impegno profuso per far crescere giovani musicisti sono stati parte attiva nella nostra comunità, incidendo nella consapevolezza di valorizzare elementi della cultura materana universalmente riconosciuti e che ci rendono oggi orgogliosamente protagonisti nel mondo”.
“Matera -ha sottolineato il Sindaco, Raffaello de Ruggieri- riconosce con questa cittadinanza il valore della musica e quello di un operatore culturale che io definisco un trombettista operaio che nasce dal popolo, in una banda di paese, e che riesce a educare il popolo accendendo fuochi artistici destinati a divampare nel protagonismo dei cittadini. Anche per questo ho il piacere, l’affetto e l’onore di chiamarti materano”.
“Matera - ha affermato Fresu - è un grande laboratorio umano, e nei 33 anni che ci legano a questa città, solo qui siamo riusciti a realizzare progetti artistici che altrove sarebbero stati impossibili”.
La cittadinanza onoraria di Matera è stata conferita a Fresu per “aver mantenuto – si legge nella motivazione - un forte legame con la città di Matera che rappresenta il segno di un passato mai dimenticato, l'entusiasmo degli esordi di una carriera poi sviluppata lungo percorsi tracciati in tutto il mondo. Parte di quelle note, dell'ispirazione che le ha rese uniche, si deve all'atmosfera, ai silenzi, ai ritmi inaspettati che Matera ha saputo diffondere, raggiungendo l'animo di questo artista che negli anni è stato testimonial istintivo, appassionato e disinteressato di questa città”.
Il rapporto del musicista con Matera è iniziato nel 1987, in occasione della prima edizione del “Gezziamoci”, la rassegna musicale organizzata dall’associazione Onyx Jazz club che è stata promotrice del conferimento della cittadinanza onoraria. E’ proseguito ininterrottamente per oltre trent’anni nel corso dei quali Fresu ha sempre evidenziato il senso di appartenenza alla città e al suo territorio: “Quei campi bruciati dalla calura estiva – ha scritto - gialli come un Van Gogh, le immense masserie desolate, depositarie di fatiche e mestieri, il mare di Metaponto, i “lambacioni”, la burrata e quel vino rosso sanguigno. Matera è tutto questo e questa è stata per me. Sono certo che non sarebbe lo stesso se il jazz non avesse alimentato, con le sue note a volte spigolose e spesso poetiche, lo spirito e l'anima di questa splendida città”.
Subito dopo il consiglio comunale, Paolo Fresu ha tenuto un concerto gratuito di ringraziamento alla comunità materana per averlo accolto tra i suoi cittadini illustri.