“La Soprintendenza della Basilicata – spiega il Sindaco - ha avviato l’iter espropriativo basandolo sulle risorse che il Comune di Matera ha destinato al recupero di questo significativo monumento rupestre utilizzando i fondi messi a disposizione dalla Legge 308/2015. L’alleanza e il rapporto di collaborazione tra Istituzioni come la Soprintendenza, l’Arma dei Carabinieri e il Comune di Matera sono stati determinanti per operare una scelta operativa che era diventata non più rinviabile visto lo stato di abbandono in cui versa il bene. Dopo 40 anni di inutili tentativi quindi – conclude de Ruggieri – si apre oggi concretamente la fase di conservazione e valorizzazione di un patrimonio inestimabile appartenente alla comunità materana”.
Il complesso rupestre di Santa Maria della Valle, denominata anche “della Vaglia”, si trova lungo il vecchio itinerario della Via Appia. La chiesa originale, cripta di quella attuale, risale al periodo longobardo, forse al VII secolo, mentre l’imponente edificio soprastante venne probabilmente fu eretto nel XIII secolo dai monaci benedettini. Presenta un ricco ciclo decorativo di affreschi in cui sono raffigurati oltre alla Vergine e al Cristo, San Giovanni Battista, San Nicola, Sant’Antonio, Santa Lucia, San Gregorio Papa in trono tra le anime del Purgatorio.
Nell’abside centrale sono presenti le icone di Santa Brigida, Regina di Svezia, e di San Giacomo di Compostela, che rappresentano segni devozionali chiari che la Chiesa rupestre della Vaglia fu un punto di sosta dei pellegrini diretti in Terra Santa. Poiché è ricorrente la figura di Santa Brigida, alcuni storici ipotizzano che la Regina possa aver visitato il luogo. La Chiesa fu chiusa al culto nel 1756.