L’opera, progettata dai disegnatori Enzo Viti e Teresa Lupo e realizzata dallo scultore Domenico Sepe, ripropone il tema del corteggiamento e dell’innamoramento attraverso la rivisitazione di una scena di vita, oggi confinata solo nella memoria degli abitanti più anziani degli antichi rioni: il momento dell’attingimento dell’acqua alle fontane pubbliche da parte delle ragazze. Lungo il parapetto che costeggia la gradinata di Via Muro, schiere di ragazzi attendevano il passaggio delle loro coetanee per scambiarsi sguardi e mostrarsi reciproco interesse. La vita del vicinato dei Sassi aveva regole rigide: le ragazze non passeggiavano quasi mai da sole tra i vicoli della città. Uno dei pochi momenti in cui questo era possibile, era appunto quello del riempimento delle giare alle fontane. E in quelle occasioni avvenivano incontri, brevi colloqui che potevano dar vita a veri innamoramenti.
Nell’era dei social network a Matera, città senza tempo, sarà possibile innamorarsi per strada, in un luogo romantico come i Sassi, e scambiarsi un pegno d’amore: un geco, animale millenario dell’habitat rupestre che sarà prodotto dagli artisti-artigiani materani in ceramica o in tufo. Rappresenta la perennità dell’esistenza di questi scenari, rimandando alla perennità del sentimento dell’amore.
Alla cerimonia di inaugurazione erano presenti i progettisti Enzo Viti e Teresa Lupo, lo scultore Domenico Sepe e il Sindaco di Matera, Raffaello de Ruggieri.
L’opera, costata circa 160mila euro, è stata realizzata con i fondi stanziati dal MiBACT nell’ambito della legge 208/2015, circa 800mila euro il finanziamento complessivo, e unicamente utilizzabili per l’acquisto di immagini visive, di immagini scultoree raffiguranti la vita nei Sassi, e di installazioni di arte urbana.