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Domenica, 06 Novembre 2016 15:01

Il sindaco in piazza ai materani: "Non mi dimetto. Sono costruttore di futuro"

Esordendo con la risposta al senatore Tito Di maggio che chiedeva le sue dimissioni, Raffaello de Ruggieri, oggi in piazza Vittorio Veneto, ha rispedito al mittente la richiesta e confermato: “Non darò le dimissioni”.


“il nostro difetto – ha aggiunto -  Un silenzio di lavoro e non di messaggi. Sapevate, ad esempio – ha proseguito il sindaco – che io non partecipo più ai consigli di amministrazione della Film Commission avendo scritto al suo vertice che il sindaco non partecipa più a Cda perché si tengono a Potenza e non a Matera, che è sede ufficiale e legale della Film commission? Bisogna recuperare il senso della dignità e della partecipazione. Il dissenso anche quello scoppiettante fa parte della fecondità della democrazia. Io rispetto il vostro dissenso, come voi dovete rispettare questa piazza e le mie parole.
Non sono solo su questo palco – ha precisato ancora – Con me ci sono le 15 mila persone che hanno votato al ballottaggio. Per la prima volta una rivoluzione politica, un movimento civico fece anche le primarie e per questo ho la doppia investitura popolare.
Ho scelto questa piazza e non un cinema al chiuso, per parlarvi, perché questa è la nostra piazza dove abbiamo percorso tutti i nostri rapporti, dove ancora oggi ci incontriamo e realizziamo i nostri confronti politici, i nostri rapporti economici, affettivi, sentimentali, religiosi, istituzionali.
Ho scelto questo luogo e questo momento perché vedo serpeggiare una disaffezione sociale, un grido d’allarme, una rimozione di quel consenso. Alcuni chiedono, in modo strumentale, sciovinista e disfattista, quando chiudete la bottega, ma la bottega ha un nome: si chiama Matera. Qui abbiamo dato il senso di una presenza costante.
Mi sento giovane ma i miei 81 anni sono qui a testimoniarvi una presenza costante in questa città dentro e fuori le istituzioni. Io sono un sindaco sbagliato: perché non devo fare carriera politica; devo far carriera a questa città nella quale opero da oltre 60 anni. Mio padre mi ha insegnato due valori: la conoscenza e la disaffezione al danaro.
Cosa abbiamo fatto? Ci sono cose che sfuggono all’autorevolezza di questa città e al momento epico che vive questa città.
Il 17 ottobre 2015 abbiamo tenuto un consiglio comunale aperto e quel consiglio partorì un ordine del giorno, approvato all’unanimità e articolato in punti. In quell’assemblea è avvenuto un miracolo: quei punti sono diventati legge della Repubblica italiana, trasferiti nella Legge di Stabilità.
Non si tratta – ha aggiunto – di un miracolo politico, ma del miracolo di questa città che ha acquistato autorevolezza, tale da rompere gli schemi e le procedure ed entrare con forza nella coscienza del Parlamento.
Noi apparteniamo alla cultura contadina di Matera, ai cicli, e in questi giorni di lavoro abbiamo seminato anche cercando di eliminare la gramigna che è il veleno delle campagne e delle istituzioni, la gramigna serpeggiante che uccide i raccolti. Abbiamo  messo in moto il teorema storico che vuole che al Sud manchino i progetti.
In questi mesi abbiamo ottenuto finanziamenti non virtuali, ma  veri,  di  130 milioni di euro, attraverso un rapporto costante con le istituzioni, una alleanza costante, perché noi possiamo essere su barriere diverse, ma il bene comune si costruisce fra istituzioni e non nella guerra fra le stesse.
QUARTIERI:
“Siamo partiti dai quartieri con un investimento di 15 milnioniper attivare  iniziative a  La Martella, San Giacomo, Pini, Cappuccini e Piccianello. I quartieri hanno bisogno di essere ravvivati. A Bottiglione, dove si trovava la delegazione comunale, in piazza Pio X, nascerà un cetnro di aggregazione culturale che ospiterà la Biblioteca di Leonardo Sacco, personaggio di questa città che molti hanno dimenticato.
A S. Giacomo nella vecchia struttura abbandonata della Biblioteca di quartiere, sorgerà un centro sociale di avanguardia. Vivo la tragedia dei genitori che hanno figli disabili, che mi chiedono. Quando moriremo chi darà affetto ai nostri ragazzi? In quella sede noi realizzeremo il Centro sociale del ‘Dopo di noi? Per queste creature fragili, indifese.
Attiveremo anche un vecchio progetto inseguito da tempo: il Casino Dragone dove dopo circa 50 anni verrà realizzato il Centro di Educazione ambientale”.
SPORT:
“Ci sono a disposizione 9 milioni per la riqualificazione degli impianto sportivi cittadini. Tra questi c’è il progetto di finanza che non incide sulle casse pubbliche, ma è una proposta esterna ovvero quello di realizzare la metabolizzazione civile del campo di calcio. Oggi con un investimento di circa 40 milioni, come avviene nelle città europee, i campi srpotivi rimangono nel cuore della città per restare tali e diventare luoghi di servizi cittadini.
L’esempio traumatico dello stadio S. Nicola di Bari, luogo straordinario progettato da Renzo Piano è emblematico.
Si tratta di un satellite esterno alla città, che mure nella periferia della città.
Noi invece, nello stadio, dove non veràr messo un centimetro di cemento in più, realizzeremo il grande impianto europeo di questa città”.
TRENTENNALE DELLA LEGGE 771/86 DEI SASSI
“Per la prima volta, dopo 30 anni di tentativi, quella legge è stata rifinanzaiata con 20 milioni di euro. Per questo riattiveremo i processi legati a quella legge che fu comunitaria della città”.
LAVORI NEL CENTRO STORICO
“Dobbiamo ritrovare il senso dello stare insieme, politicamente, per esprimere i valori di Matera. Accanto a queste iniziative forti, dobbiamo creare anche una nuova  riqualificazione di questo luogo: ci sono altri 9 milioni per il completamento dell’asse viario da via Ridola a piazza Vittorio Veneto con via del Corso, via delle Beccherie e soprattutto abbiamo fatto un’altra scelta, maturata d’intesa con la Provincia e la Regione: palazzo Malvezzi in piazza Duomo diventerà la sede di rappresentanza istituzionale della città, della  Provincia e della Regione.
Santa Lucia alla Fontana è diventato uno dei centri più prestigiosi della iricerca e della formazione  per la Conservazione del patrimonio culturale. Questo luogo rappresenterà il ruolo della città nei territori”.
OPERE PUBBLICHE
“Il nostro progetto, quello che stiamo realizzando, è che da Venusio all’Ospedale avremo un collegamento metropolitcano leggero. Ci sono le condizioni per farlo, perché sono stati investiti 35 milioni già appaltati. In consiglio comunale,a breve, porteremo il nuovo disegno della viabilità intorno a piazza della Visitazione intorno alla quale non ci sarà un non-luogo destinato alle Fal, ma un central park della città, un centro di vivibilità urbana. Anche lì non ci sarà un millimetro di cemento armato, tornerà ad essere un luogo vitale europeo di questa città”.
SITUAZIONE DEL COMUNE
“La dimensione di spesa  a nostra disposizione è tre volte maggiore del  il finanziamento della legge 771/86, ma quali sono invece le problematicità, i livelli di difficoltà? Innanzitutto la condizione in cui abbiamo trovato il Comune. E’ un bel dire che c’è inerzia, mutismo, impotenza governativa ma quando un Comune dal 1990 non fa un concorso pubblico, non esprime una volontà di ricambio generazionale, allora mi chiedo dove sono le responsabilità. Viviamo una lenta sterilizzazione umana: la gente va in pensione senza ricambio, perché nessuno ha pensato alla programmazione, senza vivere il tempo del futuro. A Matera ci sono 3 dirigenti e circa 290 dipendenti, molti dei quali ormai sul crinale della pensione. Qualche giorno in tv il sindaco di Bergamo lamentava la sua impotenza istituzionale perché il suo Comune aveva solo 14 dirigenti e solo 650 dipendenti. Ecco il rapporto che viviamo: come si vincolo le guerre senza eserciti?
Nella Finanzaria, l’ordine del giorno del cnostro consiglio comunale diventato legge ci ha consentito di attivare il primo passo per rafforzare l’organico comunale con 27 unità aggiuntive. Questa è una Repubblica fagocitata nei grovigli delle leggi e delle burocrazie. A 10 mesi da quella legge, siamo ancora giuridicamente impossibilitati a effettuare assunzioni. Avrebbero dovute essere assunte 14 persone nell’ufficio Sassi, che era stato cancellato e smembrato. Recandoci al Mef (Ministero dell’Economia e Finanza) e ci confermano che l’esecutività delle legge consentiva quella operazione. A distanza di qualche settimana, un dirigente del Ministero ci ha comunicato, invece, che non sarebbe stato poossibile perché nella legge non è indicato che quel personale rientra nella spesa storica del personale del Comunale. In deroga alle leggi del 1986 e non di quella approvata nel 2016, l’operazione non è stata possibile. Siamo, dunque, costretti ad una soluzione ridicola: presentare un emendamento all’emendamento per risolvere la vicenda. Per questo la Repubblica è fondata non sul lavoro, ma sulla carta bollata, sui funzionari che non firmano non sapendo che dietro quelle carte ci sono i problemi della gente, interrompendo gli slanci eroici dei comuni d’Italia”.
“Potete credere che un uomo di 81 anni segua ancora questi sogni? Noi ci sentiamo responsabilizzati nella vita di questa città, perché abbiamo vissuto la lunga marcia di crescita di Matera e oggi non possiamo sfuggire. Questo è forse un peccato personale, quello di amare troppo questa città? Vorrei che anche voi viveste la responsabilità di orgoglio di appartenenza.
Nelle mie vene serpeggia l’ottimismo; non vedo cortili, chiusure, barriere, sono costruttore di ponti di speranza e  futuro come mi insegnò Ugo La Malfa diceva che sosteneva che chi fa politica deve coniugare verbi al futuro. Ero in questa piazza, l’1 aprile del 1948, quando Palmiro Togliatti disse che Matera era  vergogna nazionale. In questo luogo il 23 luglio 1950 Alcide De Gasperi disse che questa era la vergogna d’Italia. Forse avevano ragione perché quel momento storico era di grande disagio economico e sociale, dopo la guerra. Poi c’è stata una crescita, quello che era vergogna è diventato orgoglio, ecco perché tutti noi abbiamo smentito quel momento e il 30 dicembre del 1981, io c’ero, Giovanni Spadolini mise la prima pietra per trasformare quella vergogna nel valore identitario, nel cuore della città. Ecco perché Parlamento e Governo nel 1986 hanno riconosciuto un preminente interesse nazionale nel cuore e nel centro della città. Ciò che era vergogna, nel 1993, grazie al lavoro fatto dai rappresentanti istituzionali e della comunità è diventato Patrimonio mondiale dell’Umanità. Ecco perché il 17 ottobre del 2014 quello che era un luogo subalterno e marginale divenne rappresentativo della cultura dell’Europa. E oggi, siamo ancora qui, a fustigarci con violenze quotidiane, disfattismo e annullamento, senza renerci conto che siamo i guerrirei del futuro nella nostra Nazione.
Siamo qui a in alzare ogni giorno la barriera del vilipendio, della volgarità, dell’attacco sui social, senza una proposta, senza un progetto o una speranza.
RIFIUTI
Uno dei punti terribili che stiamo affrontando è stato quello dei rifiuti: ad agosto 2016, quando avevo la responsabilità ad interim di questo settore, in modo spavando e arrogante la burocrazia potentina che non ci ama,  mi ha messo in mano una rendicontazione terribile di ciò che era avvenuto nella discarica di La Martella: un bollettino di guerra, dal 2006 a oggi, in cui si sono solo perdute le battaglie e si stava per perdere la guerra nell’inerzia e ordinarietà e incapacità di cominciare a pensare cosa quella bomba a orologeria potesse diventare e dunque, nel marzo chiudemmo la discarica, mentre ad aprile con delibera di giunta non di questa amministrazione, era stato aumentato di 500 mila euro il costo del trasporto dell’immondizia a Melfi. Fu inventata, così la monnezza turistica. La burocrazia potentina non sa che i ritardi si scaricano nelle tasche dei cittadini e dei Comuni. La nostra è una regione che non ha saputo ancora fare un piano regionale, che vive alla giornata e che in questo periodo ha pensato che il problema dell’immondizia si poteva risolvere facendo un buco nel terreno e infilandoci la pattumiera die Comuni. Ignorando, così, quello che avviene nel mondo dove, come ha detto il consigliere Antonio Materdomini, bisogna raggiungere l’obiettivo del rifiuto-zero. Mentre dovevamo cominciare a realizzare l’appalto per il nuovo esercizio della raccolta porta a porta, qualcuno ha detto che c’era lo strumento per allegerire il carico della spesa con un tritovagliatore che ci può consentire, come accaduto a novembre e dicembre 2015, di risparmiare 1,3 milioni di euro. Poi, dietro la monnezza, si nasconde una redditività misteriosa di forze economiche che si camuffano dietro la politica e quindi l’arrivo del Noe che ha chiuso quell’impianto. Siamo andati ai ripari, chiedendo alla Regione di poter riattivare in modo funzionale quell’impianto, abbiamo avuto un mutuo di 1,2 milioni; abbiamo terminato  l’intervento in primavera e dopo una lunga agonia burocratica, dopo una attesa sfibrante e umiliante, abbiamo ottenuto il consenso di mettere in moto quella struttura il 24 ottobre scorso. In questi mesi la monnezza la pagherà la comunità, mentre il burocrate prende il suo stipendio ogni mese.
Ecco perché, controcorrente, ho niminato Ebzo Acito assessore perché oggi possiamo dirvi che, entro il 30 novembre, in consiglio comunale saranno discussi e spero approvati gli indirizzi del nuovo bando e che, entro il 30 dicembre, potrà essere pubblicato il bando per la raccolta dei rifiuti. Per arrivare a questo, ce n’è voluto: partecipazioni a Osservatori, litanìe burocratiche. Con una battuta dico: da noi si arriva sfiniti non sul traguardo, ma ai nastri di partenza”.
RAPPORTO CON LA REGIONE
“Entriamo in contatto nel momento della ripartizione dei fondi, ma nel momento diella programmazione e della strategia, il Comune di Matera non è mai stato invitato. Dove si tracciano i binari su cui deve correre il finanziamento, questo percorso è già segnato da altri. Ecco perché dobbiamo recuperare la dignità, altro che dividerci. E’ il tempo di compattarci, perché le sfide che abbiamo di fronte sono durissime”.
FERROVIA
“Abbiano letto, sentito, annunci che Matera non poteva restare senza la Ferrovia. Oggi, però, non sappiamo ancora se le risorse destinate al completamento della tratta delle Ferrovie Appulo lucane da Venusio a Matera sono finanziate. Ci sono misteri, si parla di un decreto alla firma della Corte dei Conti ma, malgrado pressioni e richieste, iniziative dell’unica parlamentare materana, non c’è ancora certezza. E’ corretto, secondo voi, che mentre noi rappresenteremo la Nazione nel 2019, quella Nazione ci nega la ferrovia? Bisogna ritrovare il senso della partecipazione popopolare. Per questo oggi sono qui, da solo, per dirvi che non più tempo di litigi, ma di unità. La Ferrovia a scartamento ordinario Matera- La Martella non è nemmeno nella lista della spesa, perché il Piano regionale e le indicazioni primarie vengono dalle programmazioni e strategie regionali. Per questo è disarmante leggere che una ipotesi subalterna è il collegamento a scartamento ridotto dall’Ospedale a Ferrandina. Abbiamo l’anello al naso e abbiamo perduto la rappresentatività di Matera?
MOBILITA’ E INVESTIMENTI
“Nell’intersezione fra via Don Minzoni, via Cappelluti, via Lucana e via Ascanio Persio passano ogni giorno 26 mila auto. Un dato da accapponare la pelle..e non riusciamo ad avere 22 milioni per raccordare via dei Normanni a via Carlo Levi? Ecco ciò che  chiedo alle rappresentanze politiche della città, con impulso unitario per poter indurre qualcuno a ripensarci perché la tangenziale è fuori dal Patto per la Basilicata e dalla fonti di finanziamento del Ministero dei  Trasporti.
Qualcosa, però, si muove. Palazzo Chigi ha destinato, infatti, una struttura nazionale ad accompagnarci in questo percorso: essa sarà stazione di committenza per il Comune e ausilio di ascolto e promozione er gli interventi privati. Si tratta di Invitalia; grazie a un protocollo d’intesa chi vuol investire se è in possesso del 20% della somma, può trovare attraverso questo percorso ad hoc per Matera, la possibilità di accedere a finanziamenti con la Cassa Depositi e Prestiti”.
COALIZIONE DI MAGGIORANZA
“Esiste una fisiologica diversità nella coalizione, ma è venuto finalmente il momento che il sidnaco non accetti più che la visione di una parte diventi determinante ed esclusiva. Non è più accettabile che una posizione diversa si trasformi in veto, in blocco, in congelamento psicologico delle azioni umane che sono dietro i percorsi politici e amministrativi del Comue. Basta coi coindizionamenti, con le mediazioni e le compensazioni. E’ per questo che sono qui, in piazza. Abbiamo di fronte il futuro e non possiamo avere zavorre che ci impediscono di andare avanti; non abbiamo la voglia e i motivi di diventare distruttori di inizative comuni, ma è bene che tutti rientrino in una logica di collaborazione operativa. La cultura non è una ostentazione, ma una risorsa e tra quelle culturali ci sono quelle umane e quelle politiche. Ci sono poi dietrologie, strumentalizzazioni, dell’operatività di chi dall’alto tiene i fili di queste manovre. Non è il tempo di modificare le alleanze ma di rafforzarrle, trovando anche i minimi comuni politici, in consiglio, per proporre azioni comuni. In caso contrario, torneremo in questa piazza e spiegheremo le ragioni per cui il vaso sarà ancora rotto e sarete voi gli interlocutori del futuro perché su di me c’è il vostro consenso legato alla maggioranza e a un disegno”.
GOVERNO POLITICO  
“E’ un ritornello. Dietro il governo politico si nasconde il termine dell’appartenenza, si uccide lo spirito della nostra coalizione. Noi siamo nati  come movimento della città, civico e non è possibile cambiarsi la giacca in corso d’opera”.
FONDAZIONE MATERA-BASILICATA 2019
“E’ nata in una situazione di improvvisazione, di dilettanti allo sbaraglio sotto il profilo istituzionale e organizzativo ma ci sono due aspetti fondamentali, per me: il logo non si tocca e, come detto in consiglio comunale, non può essre modificato. Inoltre il direttore Verri stia più spesso a Matera, eviti di andare in Puglia e riproponga la collaborazione istituzionale. Per il resto, il problema del 2019 è legato agli avvenimenti, alla baldoria ludica, al palcoscenico. Credo che un sindaco non possa pensare che il 2019 sia un traguardo, l’obiettivo. Noi siamo riusciti a creare una leva che ha dato potere contrattuale alla città. Ora è il tempo di governare quella vittoria, di utilizzare quella vittoria, di capitalizzarla”.
CULTURA  E TURISMO
“Qualcuno ha scritto, qualche giorno fa: meno cultura, più lavoro. Questo non si può dire a me: nel 1960 scrissi: ‘Da noi non si è ancora maturata una coscienza turistica, cioè quale risultante della somma della conoscenza del patrimonio culturale della città e della conoscenza dell’ampiezza del fenomeno turismo sul capitolo economico ad esso collegato. Per la maggior parte dei nostri concittadini il turismo è tuttora una voce sconociuta, ignorata e l’attuale incomprensione di questo fenomeno fa sottovalutare l’apporto che esso può arrecare alla nostra economia’. Cos’è la cultura, è la capacità di sviluppare risorse e quella del turismo sembra sia un fatto occasionale in questa città. Ad oggi sono attive 493 imprese con 3240 addetti. Sull’industria culturale creativa ci sono 450 soggetti attivi con 1429 addetti. Se non ci fosse stata la cultura della conoscenza della nostra storia, se non avessimo tenuto con costanza e caparbietà distillato nelle coscienze il valore storico della città, cosa sarebbe stato di Matera dopo il naufragio dell’industria del mobile imbottito. Il turismo sta salvando questa città, ma non possiamo esserne occupati altrimenti quanto fisiologicamente abbasserà la sua presenaa torneremo alla stessa crisi del manifatturiero. Quali sono allora gli altri elementi da attivare? Dobbiamo esprimere l’unicità di questo territorio e far sì che la permanenza dei turisti non sia di 1,65 notti, ma almeno di 3 notti. Come fare? Noi siamo l’unica città che racconta la storia dell’uomo. Per questo sul piatto ci sono 17 milioni per costruire il Parco tematico della Preistoria, della Civiltà ruprestre, della Civiltà contadina e quello delle Stelle.
MACROREGIONI E ZONE DI ECONOMIA SPECIALE
C’è un altro passaggio importante: le città vivono il pericolo delle macroregioni e noi utilizzeremo la nostra storia, perché sial il ruolo per lo sviluppo. Siamo qui da 7000 anni perché abbiamo sempr eprodotto nuova storia e in questo caso parliamo di high tech, digitale, della cultura dematerializzata.
Le zone di Economia speciale sono le uniche garantite dall’Europa con fiscalità di vantaggio. Dobbiamo creare, qui, i vicinati del digitale utilizzando la quiete creativa dei Sassi, il luogo e l’ambiente stimolante. Porteremo la banda larga in città e nei Sassi la  banda ultralarga di 100 mega. Su questo sta lavorando l’assessore Acito; Matera non sarà solo attraente, ma anche attrattiva sotto il profilo imprenditoriale e il 15 novembre arriveranno imprese digitali che vogliono entrare nei Sassi e occupare 100 talenti nazionali e internazionali: ingegneri, informatici, uomini del futuro. Ci auguriamo così di contenere l’emorragia di giovani che fuggono”.
CENTRO DI GEODESIA
“E’ un Centro di riferimento internazionale, ma la Regione Basilicata finanzia una bottega di Tito dle Cnr che dovrebbe fare le stesse cose. Ecco il livello che non possiamo più accettare. E’ impensabile comparare il volume di scientificità del Centro di Matera con quello di Tito. E’ un problema di intelligenza politica e non di cortili indifendibili”.
CINEMA COMUNALE, KENNEDY E DUNI
“Abbiamo già appaltato i lavori di riqualificazione del cinema Comunale e Kennedy e con la collaborazione del Presidente del Consiglio, siamo stati autorizzati ad acquistare il cine teatro Duni se i proprietari lo vorranno. Matera non può fare a meno di quel teatro”
“Se in questi 500 giorni abbiamo costruito le fondamenta per innalzare la nuova edificazione di questa città e dare a Matera, con questo fiume di denaro, una qualità urbana e sociale – ha concluso -  il nuovo impegno è quello di produrre imprese delle nuove frontiere conoscitive, trasformando la conoscenza in ricerca e occupazione, Ecco la sfida che abbiamo. Nel 2019 potremo anche avere la qualità sociale e urbana ma se non ci sarà quella economica che regga nel tempo, saremo condannati al declino. Ho solo timore di qualche trabocchetto, agguato, operazione di ontenimento del nostro percorso.
Sono avvilito dal fatto che ogni giorno mi si dia un’etichetta: renziano, tostato, pittelliano, antezziano….etichette della stupidità di chi vive solo di dietrologie. Io ho rapporto con il potere istituzionale, perché sono il rappresentante istituzionale della città. Dietro la veste di chi etichetta tutto, si raccolgono il dissenso e l’opinione contrapposta. Oggi vi ho parlato perché sento addosso gli occhi del mondo sulla città. Dopo la rinuncia della Raggi alle Olimpiadi di Roma, l’unico episodio internazionale che avrà il vestito italiano, si chiama Matera e noi non possiamo stare dietro i giochetti dei 4 cantoni. In questo momento abbiamo un’altra responsabilità: il Mezzogiorno d’Italia chiede di trovare un collante fuori dalla rigidità degli steccati egoistici delle regioni. Non macroregioni, ma un nuovo popolo meridionale che vuol far sentire la propria voce. Ecco il compito che ho sulle spalle, che spetta noi. Dobbiamo utilizzare il 2019, come nuovo percorso di civiltà, di vita. Dobbiamo costruire il modello di un Sud che non si lamenta e non è vittima di fatalismi, che non può stare più silenzioso e muto. Ogig vi consegna la missione di epsrimere la capacità di costruire una nuova testimonianza”.

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