l’uomo identificato come presunto autore delle scritte che hanno vandalizzato aree centrali della città, fra il 25 e il 28 settembre scorso, nell’area compresa fra via del Corso, via Beccherie, via Ascanio Persio, via Cappelluti, via Tre Corone e via De Blasiis.
L’uomo deve rispondere del reato di cui all’art.639 del Codice penale, ovvero di deturpamento e imbrattamento di cose altrui che al comma 2 così prevede: “Se il fatto è commesso su cose di interesse storico e artistico, si applica la pena della reclusione da tre mesi a un anno e della multa da 1000 a 3000 euro”.
Nel caso di specie si deve applicare, poi, il concorso con altra persona, non ancora identificata, e l’istituto della continuazione (art. 81 del codice penale) che prevede un aumento di pena sino al triplo.
“Danneggiare beni che rientrano nel Patrimonio riconosciuto come bene dell’Unesco – fanno sapere dall’amministrazione comunale – rappresenta un fatto gravissimo sia per la storia della città, sia per chi vi risiede. La decisione di costituirci parte civile rappresenta un segnale che, innanzitutto, tutela ciò che la nostra vicenda millenaria ci ha consegnato e poi intende puntare ancora una volta sul senso civico che deve animare Matera, insieme alla condivisione e al senso di appartenenza che i nostri concittadini hanno più volte dimostrato, costruendo la parte sana di questa comunità. Gesti anonimi e vili non danneggiano soltanto il luogo a cui sono diretti, ma ogni uomo e donna di Matera a cui noi garantiamo che qualsiasi violazione e qualsiasi responsabilità accertata, non verrà più tollerata e verrà adeguatamente punita”.