“Mentre nel lievitante silenzio dei Sassi – si legge nella lettera – si aprivano le note dell’intermezzo della Cavalleria rusticana, un corto circuito emozionale colpiva la mia mente. L’eresia spaziale di Piazza San Pietro Caveoso, ha avvolto gli inediti abitatori dell’Opera, travolti dalla musica di Pietro Mascagni. Ho vissuto l’Opera come straordinario possesso culturale grazie ad un progetto scritto con i caratteri dell’intelligenza, dell’originalità e della passione. Ho sentito il bisogno di trasferirvi la tensione dell’incontro in una notte materana sublimata dall’energia culturale del Teatro San Carlo di Napoli. Un’alleanza sovversiva e strabiliante – si conclude la lettera – di cui sono stato sconvolto protagonista. Un’alleanza che andrebbe ripetuta e stabilizzata”.